Corrispondenza a corte
Miei arditi, che v’apprestate a leggere tal storia, voltate i vostri scudi e correte a ritroso nel tempo, fate giovani i vostri animi e rinvigorite gli spiriti, ché l’era dei blasoni ardenti ritorna a far visita nei vostri pensieri.
Acuto aedo e menestrello dei vostri cuori, io sarò qui per narrare di un’epoca passata, di una guerra ormai conclusa, e della poesia che accese l’indole bellica dei vostri avi. Perciò porgetemi la cetra, che partirò col cantar gli albori dell’evento, e su dolci note tesserò la melodia di cotal vento di passioni…
“ Era notte sulle splendide rive del regno, ma i vessilli rilucevano di luna argentata nella buia sera. Procedevano e raggiungevano, pari in ritmo e in passo, le mura di una nuova città da assediare.
La signora che comandava il plotone fece arrestare i destrieri. «Che ci si accampi qui, per oggi.» comandò.
Sola nella sua tenda, smise leggiadra l’armatura dai finimenti d’oro, e revisionò il piano d’attacco. Una cascata di candidi capelli le scese ad adornare il volto, avvolgendo la sua dolce figura fino alla stretta vita.
«Mia Signora, un messaggio dal re.» Il suo ambasciatore si era infiltrato fra la lieve apertura del padiglione, e, inchinatosi, porse un foglio arrotolato alla regina. Lei lo congedò.
Nuovamente sola, svelse il sigillo in ceralacca e distese il foglio sulla scrivania d’ebano. Così recitavano le parole del re:
I miei omaggi e saluti Lady Heryka,
vedo che state portando un attacco, il che, a dire il vero, è una cosa abbastanza normale in questo tempo di guerre costanti.
Non ci troverei nulla da dire e non mi sognerei di disturbarvi se non fosse per il fatto che... non sono pronto ad affrontare una tale sortita.
Il vostro è un rispettabile regno, la cui buona fama è di certo sostenuta dalla partecipazione in essa di cavalieri e dame di nobile spirito, oltre che di affilate lame.
Consideri, inoltre, che abbiamo un’alleanza con uno dei vostri sottoposti, e che, tra i nostri ed i vostri diplomatici, sono in corso dei contatti.
Munendomi dell'intelligenza di colui il quale sa di non poter pretendere o ordinare... vi invio questa lettera per chiedervi, con rispetto e cortesia, se qualche altra vittima per le vostre scorrerie voi potreste individuare.
Confido nella vostra saggezza e nel vostro spirito di cavalleria.
Grazie milady,
Sir Kalaf
Le parole possono molto più di una spada, e senza remore la regina estrasse un foglio di pergamena dalla pila posta sul suo scranno, lindo e liscio, e vergò con la sua piuma di corvo codeste frasi, in gentile risposta:
Saluti a voi, Sire,
Vi ringrazio per la vostra cortesia, e soprattutto considero ammirevole il linguaggio compito utilizzato nei miei confronti, il modo di porsi di un vero cavaliere...
V’informo che sarei scesa ogni modo a un piacevole compromesso, nel caso in cui ne avessi ricevuto richiesta, e comunque la vostra lettera ha saputo cancellare tutte le eventuali.
Quindi comunico che se è vostra volontà vi lascerò tranquillamente ai vostri servigi e aggiungo anche che in caso di necessità potrei aiutarvi con ingenti truppe nelle ormai imminenti battaglie.
Senza rancori e con la speranza di poter combattere un giorno al vostro fianco,
Lady Heryka
Milady, il vostro fare è ammirevole per gli eccellenti valori che manifesta e rivaleggia con la più graziosa espressione del vostro dire.
Sono onorato delle vostre parole e solo per quelle sarà un mio privilegiato piacere potervi essere utile in futuro per qualunque vostra esigenza, che non mi curo di limitare poiché son certo nel poter confidare della ragionevolezza che la vostra manifesta intelligenza guida ed accompagna.
Nessun rancore può superare la mia più sincera ammirazione.
Accetto di buon grado la vostra preziosa protezione, di cui non mancherò di tessere le lodi nel più sincero e veritiero modo.
Onorato di questo spazio di reciproco rispetto e comprensione mi dichiaro fin d'ora servo vostro, Lady Heryka.
E... con grandissimo piacere aspetterò il momento in cui, nostri vessilli al vento, potrò gloriarmi di veder dietro uno stesso scudo brillar le nostre lame.
Lady Heryka... è questo il vostro nome, il cui suono diviene dolce dopo aver letto le vostre parole.
Qui faccio a voi promessa... di mai dimenticarlo.
Sir Kalaf
Ed è così che lascio spazio all’incantevole corrispondenza fra i due regnanti, lettere che si susseguirono col passar del tempo e delle stagioni, lettere che raccontavano di dolori e rimpianti, nuove gioie e affetti.
Sir Kalaf,
perdonerete la mia impudente mancanza nel voler avere sempre l'ultima parola, ma ci tenevo a informarvi che le vostre soavi parole hanno colorito di un rossore verginale le mie guance… Non mi sarei mai aspettata un trattamento tale da un guerriero valoroso come voi, che ai miei occhi risulterebbe inusuale anche per la più sublime delle dee, tanto più per una semplice donna come me.
Le sono eternamente grata, mio signore,
Lady Heryka
Lady Heryka...
In pochi, dolci, istanti il suono di questo nome assume i toni di una graziosa melodia.
Danza tra i miei pensieri come un giglio che, aperto, adagia i suoi petali fluttuando tra le calme acque di un azzurro lago...
La semplicità di cui accennate, milady, si esprime come similmente semplici e radiosi giganteggiano i raggi di un trionfante sole che si fanno strada vincendo le più ostinate nubi... In questo, Lady Heryka, risiede la vostra più sublime divinità.
Che è quella di una donna il cui nobile cuore esprime più valore di una dea.
Se fossi brezza... vorrei giungervi vicino, sfiorare i capelli vostri in una gentile carezza e sussurrare alle vostre orecchie la gratitudine per il piacere che le vostre note regalano ai miei più accesi sensi.
Per molte cose oggi vi sono debitore, Lady Heryka... con la mente, e con il cuore.
Sir Kalaf
Mi onorate, mio signore, tant’è che ogni vostro complimento per me è come musica suonata dalla più dolce delle arpe, ogni parola un flebile suono che vibra nell’aria come petali di fiori al vento.
Se foste brezza, lascerei la finestra della mia camera aperta anche nelle più gelide notti d’inverno, solo per sentirvi vicino e udire la musica della vostra voce; e lasciarmi trasportare per danzare con voi in una notte eterna sotto il chiarore di una luna che ci osserva dall’alto, con la sua schiera di stelle a illuminarci il cammino…
Confido nella notte, sperando che lasci un dolce ricordo di questa melodia nei nostri sogni,
Lady Heryka
Soave fanciulla... recherò nei miei pensieri, alla notte, il sogno di un dolce viso circonfuso di mite alba lunare... in voi io vivo e ravviso il sogno ch'io vorrei sempre sognare.
Lady Heryka... voi mi conquistate...
Sir Kalaf
E fu che le notti passarono, e così i sogni incantati si spensero in sonni incauti, agitati, ove la guerra imperversava agguerrita.
Lady Heryka, vi porgo i miei omaggi e i miei saluti.
Il maggior cruccio è ora quello di contattarvi per chiedervi se cortesemente potreste temporaneamente aiutarmi poiché il mio regno sta per subire un attacco.
Ritengo che possa essere un falso allarme, ma... dal rapporto di forze tra attaccante e difensore non mi stupirei se a quello facesse seguito dell'altro...
Non voglio scrivere dell'altro, milady, perché non vorrei apparire ai vostri occhi come un ipocrita opportunista.
Unica cosa, che ne dice tante altre, è che la mia memoria di voi non si è risvegliata a causa di questa richiesta.
Se anche non potrete, milady, quella memoria rimarrà inalterata.
Sinceramente
Sir Kalaf
Salve Sir Kalaf,
potrei conoscere gentilmente il nome di chi osa turbare la quiete del mio protetto, se è nelle mie facoltà saperlo? Ho già provveduto con l'aiutarvi, ma se conoscessi meglio il nemico potrei agire al meglio.
... Sappiate che ai miei occhi non potrete mai apparire come un ipocrita opportunista, perché sono stata io a offrirmi per proteggervi... e inoltre ciò che mi avete detto l'altra sera è valso a rimuovere per sempre ogni pregiudizio che poteva anche lontanamente accostarsi alla vostra figura.
Vostra,
Lady Heryka
Milady, le vostre parole non mi confondono, perché suonano sempre più chiare e limpide come la purezza dello spirito che ne plasma il caloroso contenuto...
Non ho l'informazione completa. So che le truppe provengono dai regni a nord, ma appena i miei esploratori torneranno vi farò pervenire il resoconto completo. Di questo gesto vi sono grato e debitore come regnante e gentiluomo.
Ma, come Cavaliere... Lady Heryka... non posso più neppur parlare di un'azione in corso... o guardare ad essa con futuro arrivo...
L'avete già fatto.
Voi... mi avete conquistato.
Credetemi... delle vostre parole, di quanto a me dite... io sono onorato e fiero.
Poiché voi fate dono, a me solo, di un prezioso regalo. Io percepisco... e so... che siete rara.
Di questa gioia mi sento pervaso, del vostro grazioso dono, che perché raro è il più prezioso.
Le vostre parole, milady, rispecchiano il vostro spirito... sono un dono prezioso come acqua limpida nel deserto.
Io sono servo vostro. E voi... siete bellissima.
Sinceramente
Sir Kalaf
Mio Signore,
forse ancor più prezioso però è il dono che voi fate a me. I vostri dediti omaggi volti alla mia persona sono stati capaci di illuminare un viso che, ahimè, negli ultimi tempi non è dei più lieti... e perciò ogni sorriso che riuscite ad accendere in me è più importante di qualsiasi emozione che le mie umili parole sono capaci di suscitare in voi.
... E se io per voi rappresento un fiore raro, allora voi siete l'unico esemplare della specie più splendida... e sono lusingata dal sapere che anche un solo petalo è dedicato a me.
Lady Heryka
Milady, non avrei voluto aprire questa vostra lettera... perché sapevo che non avrei potuto attendere nel rispondere...
E invece eccomi qui a scrivervi, mentre fuori, nella pioggia che scende, si combatte per la vita.
Ma il desiderio di leggervi, di sentirvi ancora un po' vicina è stato più forte.
Spero vogliate perdonarmi... vorrei scrivervi ancora domani...
Sì... voi siete un fiore...
Per me, Lady Heryka... voi lo siete.
Penserò a voi, milady.
Buona notte
Sir Kalaf
Sir Kalaf,
attenderò con ansia l'alba di un nuovo giorno per sentirvi ancora...
Mille volte buona notte, e che la vittoria sia con voi.
Lady Heryka
I soldati si schierarono nella fredda mattina autunnale. Avvennero scontri, perdite e morti funeste, ma il regno di Re Kalaf fu salvo. E così, con la pioggia che non cessava di battere, accompagnato dal vociare delle reclute vincitrici e in festa, nelle sue camere il re scrisse per lady Heryka.
Un sorriso...
Un sorriso, se donato, è come un raggio di sole che corre premuroso ad asciugare un lembo di terra bagnato...
Un sorriso, se rubato, è come due braccia forti che, protese, aiutano chi è caduto a sollevarsi.
Non è mai facile asciugare lembi di terra...
Non è mai facile essere abbastanza forti per aiutare qualcuno a rialzarsi...
Io so cosa sia il non sorridere... e son grato a voi per essere stata con me “ladra” anche per poco.
Se le mie parole hanno asciugato qualche goccia che triste decorava i bei petali di un fiore... ne son felice.
Io, che so... quel che sopra vi ho detto... son comunque un po' più triste nel sapere che la luce, in questi tempi, è avara di fulgore e calore anche per voi.
Perché?
Perché le vostre parole sono belle, belle perché non son vuote. Belle perché hanno anima, e dipingono uno spirito.
E di questa bellezza connotano il vostro essere.
Ecco perché, vi dico... Lady Heryka... siete bella.
Ed è più umano pensare, accomunare, il bello al giusto, al sereno, al ridente ed al gaio.
Perché è più umano pensare che tutte le cose che sanno di buono faccian parte dei lati positivi della vita. E vedere che, invece, ci sono discrasie, che i lati positivi si accompagnano con quelli negativi... non ci piace. Non lo capiamo, o, seppure lo capiamo, da questa comprensione ed accettazione vorremmo allontanarci. È più umano.
Ed io, lady Heryka... sono umano.
Perciò, vi dico, sinceramente... di questi vostri tempi non lieti mi dispiace...
Sir Kalaf,
voi dite il vero più di quanto forse pensiate...
È vero, la luce è avara di fulgore e calore, per molti e non solo per me, di questi tempi...
Ma sapere che ci siete voi a rischiararmi il cielo come una dolce mattinata primaverile... Rende la rarità della gioia più lieta, perché è quando ne sentiamo la mancanza che riusciamo ad apprezzarla per intero.
Ed è con voi - in questi pochi attimi che mi sembra di trascorrere insieme, per l'armonia dei nostri pensieri che sembrano un tutt'uno - che io sento che è ancora possibile, per quanto strano, accomunare come voi dite il bello al giusto e ai lati positivi della vita.
Ma, per quanto potente possa essere il Sole, metà della terra è sempre avvolta dall'oscurità, e noi non possiamo farci niente per evitarlo, se non accettare questa triste verità e goderci i momenti di splendore.
Sì milady... giacché non posso dire leggendo nei vostri occhi che voi percepite il quanto esprimo come ciò che ho nell'animo... io tento, cerco di scrivere nel modo più vero quel che io davvero sento.
Chi siete?
Io chiedo... a me stesso e chiedo a nessuno... io pongo una domanda muta.
Tuttavia, temevo di avere osato troppo... E che il vostro riserbo dovesse in qualche modo sottolineare questo.
Vi chiedo perciò perdono... della mancanza del mio ardire, che non vorrei vi significasse il decaduto mio interesse.
Senza conoscere l'uno dell'altra abbiamo scambiato ben più che parole. Io sento che entrambi, con spirito, esprimiamo parole dal cuore. Non per ardore, né ancora amore... e non per la noia che recan le ore...
Non so chi siete... eppure lo so.
Non vi ho dimenticata, Lady Heryka. Non potrei... e sincerità vuol ch'io ammetta che non posso, non per voi... ma per me...
In un mondo che esiste tra sogni ed illusione, perché e quale strano caso guida la mano di ciò che fa incontrare due pensieri che possono fondersi in così immediata, percepibile armonia?
Che cose strane offre la vita...
Scintille, guizzi, lampi di luce.
Sì, avete ragione. E' questa la felicità. Tra le cose strane che la vita offre vi sono anche quei momenti... istanti... attimi. Talvolta teneri, delicati e intensi come una dolcissima carezza. Talvolta euforici e sfavillanti, magnificamente coinvolgenti come l'esplosione di fuochi d'artificio...
Questa è la felicità. Preziosa perché effimera... brucia come mille soli nel volger di un momento.”
Il resto della storia non ci è dato sapere, ma ricordate, guerrieri, che anche nei giorni più bui può nascere il germoglio di un sentimento, che supera barriere sconosciute all’uomo. Ricordate le soavi parole di cui avete letto. Sognate.
Or depongo la cetra, mia unica arma, e riposo per un nuovo racconto. Andate in pace, miei cari.
Le lettere risalgono a quasi sei mesi fa. Perché sì, sono state veramente scritte, frutto di una corrispondenza un po’ ardita e un po’ avventata… Ho amato il mio interlocutore perché dava vita a un’avventura medievale, l’ho amato per le sue metafore stupende e la poeticità delle sue parole. Abbiamo sempre saputo di star giocando a un gioco di cui segretamente conoscevamo solo noi le regole, e infatti i messaggi sono finiti così, senza addii o altro. Ho sempre conservato con cura i suoi scritti, e se anche da molto volevo tramutarli in racconto, non ci avevo mai provato prima. Sarà perché era un qualcosa di personale che difficilmente sarei riuscita a mostrare a qualcuno, sarà per l’eccessiva sdolcinatezza che è chiaro che in alcuni brani diventi ripetitiva, ma solo ora ho trovato il coraggio di metter mani alla nostra corrispondenza.
Ho tagliato le parti più private e modificato alcuni dei dati personali, aggiunto diversi riferimenti alla guerra immaginaria, ma per lo più ho lasciato invariati i vagheggiamenti di entrambi. Scusate quindi se il racconto si è dilungato, ma la mia affezione non mi ha permesso di ridurre altrimenti le nostre parole, specie quelle di lui.
Ci sono alcune citazioni, presenti anche nella versione originale. Vi auguro di divertirvi a scovarle, semmai aveste voglia di leggere tutto.
Il racconto lo dedico in particolar modo a Crystal, che mi ha spinto a pubblicarlo nonostante abbia ancora alcuni dubbi in proposito. Spero le piaccia, perché sono cosciente che se io un tempo – e tuttora – ho amato queste righe, per voi potrebbe essere anche fonte di noia. Ma si sa che non siete costretti a leggere tutto :)
P.S.: la trovata dell’angolo del menestrello parte dal fatto che considero uno scrittore come un cantastorie. Mi ci ritrovo tantissimo in questa similitudine, perciò non è detto che non posti altri racconti ambientati nel medioevo che partano dallo stesso presupposto…
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5 commenti:
Ti ringrazio di tutto cuore per averlo dedicato a me.
Mi hai fatto passare la tristezza che mi ha portato il racconto di Fran, ora me l'hai trasformata in dolcezza...
E bellissimo. E che poeti, cavoli! Peccato che ai giorni d'oggi non si usa più parlare così... sono davvero rare le persone che ci riescono, e tu mia cara, sei fra queste ;)
Y.B.F Cry
ps. nuova sigla! Y=our, B=est, F=iend! Non sono un genio??? XDXDXDXDXD!
Thank you more, Francy...
Insipiro ancora per poter sentire di nuovo quell'atmosfera che mi hai fatto vivere. Non credo ci sia molto da dire. Il legame che c'è tra voi è vero, tangibile. Niente illusioni, solo un modo per esprimere questo potente sentimento che vi lega.
Cesare
Sono senza parole... è bellissimo...
Non solo (e soprattutto) il contenuto delle lettere, lo stile... ma anche l'impostazione che gli hai dato, cioè il modo in cui lo hai trasformato in racconto... E condivido l'idea del cantastorie. Sarà che ne ho conosciuti due nella mia vita... Ed è vero, sono proprio degli scrittori.
Sai cosa mi ha ricordato la tua corrispondenza? Un libro... Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder. Però in questo libro la corrispondenza è di tutt'altro tipo... E soprattutto non è "reale"...
Comunque ancora tanti complimenti... è stato meraviglioso leggere queste lettere...
"...anche nei giorni più bui può nascere il germoglio di un sentimento, che supera barriere sconosciute all’uomo. Ricordate le soavi parole di cui avete letto. Sognate."
Io lo farò sicuramente...
Cry: quello che avevo da dirti te l'ho già detto, comunque grazie a te :P
Cesare: ricordo ancora come mi batteva il cuore quando mi arrivavano le sue lettere... sono contenta di essere riuscita a infondere almeno un po' di tutta quell'emozione, anche se è stato per lo più un lavoro di revisione che di stesura vera e propria :)
Fran: credo proprio che le ultime frasi abbiano colpito molti ^^ Io ho conosciuto solo un cantastorie, in Finlandia, sempre se escludiamo mio cugino che ha sempre tante storie da raccontare :)
...ricordo ancora la leggenda che mi raccontò, lì nella tenda di pelle e con il fuoco che ardeva al centro, unica fonte di luce; e quando poi mi disegnò con la cenere delle corna di renna sulla fronte e mi fece bere latte di renna... un'atmosfera mistica e dai toni primordiali, un bellissimo ricordo che vorrei tanto rivivere...
Ho viaggiato nel tempo senza rendermene conto..mah;))
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